La psicoterapia cognitivo interpersonale
Cosa significa psicoterapia cognitivo interpersonale? Il nome può sembrare complicato! In questo articolo provo a spiegarti nel modo più chiaro possibile di cosa si tratta. Scoprirai come questo approccio terapeutico aiuti le persone a comprendere meglio le proprie emozioni e il modo in cui costruiscono la realtà. Niente tecnicismi, solo informazioni utili!.
5/3/2025


Ognuno di noi è unico. La nostra storia, le esperienze vissute e i significati che attribuiamo agli eventi creano una realtà personale, irripetibile. Non esiste un solo universo, ma un multiverso di prospettive, dove ogni individuo costruisce il proprio senso del mondo attraverso l’intreccio di emozioni, pensieri e relazioni. Il Modello Cognitivo-Interpersonale in psicoterapia si fonda proprio su questa visione: ogni persona è un sistema unico in continua evoluzione, che si sviluppa nel contatto con gli altri e nella ricerca di una propria interezza.
Un approccio per comprendere
noi stessi e in nostro mondo
Spesso, però, gli schemi appresi nel tempo possono diventare rigidi e limitanti, portandoci a ripetere dinamiche relazionali disfunzionali o a interpretare la realtà in modi che ci fanno soffrire. L’obiettivo della terapia favorire un aumento della flessibilità, permettendo alla persona di esplorare significati alternativi e più funzionali al proprio benessere.
Per questo motivo, il lavoro terapeutico non si concentra solo sulla dimensione razionale, ma coinvolge profondamente il piano emotivo. Ragione ed emozione non sono opposte, ma parti imprescindibilmente connesse della nostra esperienza. Possiamo comprendere razionalmente perché soffriamo, ma senza un contatto autentico con le nostre emozioni il cambiamento rischia di restare superficiale. La terapia, quindi, aiuta a integrare questi due aspetti, affinché la consapevolezza non sia solo un esercizio mentale, ma una trasformazione sentita e vissuta.
Uno degli strumenti utilizzati nel Modello Cognitivo-Interpersonale è il metodo della moviola. Proprio come una moviola nel cinema, si torna indietro su un evento vissuto per osservarlo con maggiore consapevolezza, cogliendo pensieri, emozioni e comportamenti che spesso sfuggono nell’immediatezza dell’esperienza. Questo aiuta a riconoscere i propri schemi abituali, comprendere i significati che li sostengono e, gradualmente, sperimentare nuove modalità più flessibili e funzionali.


In questo percorso, la relazione terapeutica diventa un luogo sicuro dove sperimentare nuove modalità di essere, comprendere sé stessi e costruire significati più ampi e flessibili. Perché il vero cambiamento non è adattarsi a una visione prestabilita, ma scoprire e costruire nuove possibilità per stare bene con sé stessi e con gli altri.
